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Mai sentito parlare di… passaporto implantare?

L’inserimento di un impianto dentale è ormai una terapia diffusa per la sostituzione di denti mancanti o irrimediabilmente compromessi.

Quando un paziente si rivolge ad un centro dentale generalmente chiede quanto costa l’intervento, quali sono i tempi operativi, se proverà dolore, che garanzie ci sono nel tempo e se può capitare un eventuale rigetto (che non esiste in implantologia). Non gli verrà mai in mente di chiedere che impianto verrà utilizzato su di lui, dando per scontato che la scelta verrà fatta dal dentista (un po’ come se tu comprassi un’automobile lasciando la possibilità di scelta di marchio e modello al venditore).

Il problema sorge però nel momento in cui ci si trova a dover far fronte ad un problema implantare. Oggigiorno la vita è più dinamica rispetto a un tempo: capita spesso di doversi trasferire temporaneamente o definitivamente per studio, lavoro, o per varie ragioni, o di trovarsi lontani da casa in occasioni di vacanza o di svago.

È sempre più frequente ricevere in prima visita un paziente che per vari motivi non ha più contatti con lo studio dove ha messo gli impianti ma ha necessità di intervenire sui suoi lavori implantari. Nella maggioranza dei casi il paziente non è in possesso di passaporto implantare e non ne ha mai sentito parlare.

Cos’è il passaporto implantare?

Si tratta di un documento cartaceo con delle etichette che riportano azienda produttrice, tipo di impianto, lotto di produzione e tutti i dati necessari per poter intervenire sul lavoro protesico su quell’impianto.

Il fatto che il paziente non ne sia in possesso comporta una chiara difficoltà o addirittura un’impossibilità da parte del dentista nel reperire la componentistica specifica per quell’impianto e poter risolvere il problema. Le aziende, oggi, propongono delle soluzioni compatibili che aiutano ad aggirare l’ostacolo, fermo restando che la scelta della componentistica da usare sarà fatta su una marca presunta dell’impianto da protesizzare.

In sintesi, sapere che marca e tipo di impianto si ha in bocca è l’unico modo che permetterà a qualunque dentista cui ti rivolgerai nel corso della vita di poter intervenire sullo stesso per manutenzione o sostituzione protesica. È buona pratica del clinico fornire e al contempo un diritto del paziente ricevere il passaporto implantare.

Se il paziente dovesse perdere il documento è importante che lo studio dove ha eseguito la cura sia in grado di risalire allo stesso tramite una corretta compilazione e conservazione della cartella clinica.

È nostra prassi consegnare il passaporto implantare e spiegare al paziente l’importanza del suo possesso e della sua conservazione. Viene inoltre eseguita una copia dello stesso per caricarla sulla sua cartella clinica e ne vengono trascritti tutti i dati, in modo che se anche dopo diversi anni si dovesse presentare un problema avremo sempre gli strumenti per poterlo risolvere.

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